
E chi era frate Elia?
Ombre e luci hanno da sempre avvolto la figura del frate, uomo dalle grandi capacità organizzative, energico e dotato di grande determinazione. Solo di recente nuovi studi stanno riportando la figura di Frate Elia in una nuova luce, facendo emergere la sua importanza in rapporto alla vita di San Francesco. Frate Elia era una figura che per le sue idee contrastava con la Chiesa e i suoi principi, in quanto rappresentante di quella parte dell'ordine dei francescani favorevole all'entrata dei laici nell'ordine e alla crescita di un movimento nuovo, che non era né un ordine monastico, né un ordine clericale, e che, in una società fortemente gerarchizzata come quella del tempo, viene quindi a trovarsi fuori della tradizione. Era un periodo quello in cui sorgevano un po' dovunque nuovi gruppi religiosi, e la decisione di rientrare in un ordine riconosciuto dalla Chiesa si imponeva, vista la condanna che al tempo investiva i molti gruppi spirituali non riconosciuti e bollati come eretici.
Erano tempi, quelli, fervidi di nuove idee e di grandi contrasti. Si pensi solo alla nascita dei Comuni, ai papi e antipapi, all'Inquisizione, alle Crociate e al controverso rapporto tra Cristianesimo e Islam (siamo al tempo di Federico II), la nascita del Gotico nell'architettura e nell'arte. Ma siamo davvero sicuri di sapere cosa è successo in quel fondamentale periodo della nostra storia in cui sono state poste le basi della nostra cultura?
Ebbene, San Francesco si inserisce proprio in tale contesto storico, e dallo studio delle fonti, risulterebbe che abbia vissuto in stretta comunione di idee con frate Elia, tanto da voler benedire proprio lui alla sua morte. Francesco, lo ricordiamo, rifiutò di essere ordinato prete e fu un lungo e difficile lavoro quello che portò avanti per tutta la vita: far convivere la sua visione spirituale, con le rigide regole imposte dalla Chiesa. Ma Francesco sembra avesse una capacità di dialogo particolare, che gli permise di trovare accordi non solo con la Chiesa, ma anche dialogare con realtà più lontane, come quella dei Sufi, in Egitto. Gli ultimi anni della vita del Santo furono anni difficili, per il grande peso che avrebbe lasciato sulle spalle dei suoi compagni, viste le grandi divergenze che da tempo interessavano l'ordine dei francescani e vista la grande difficoltà di diffondere il suo messaggio di pace e di amore. Quanto di tutto ciò che ci è pervenuto, come fonti documentarie sia scritte che raffigurate circa la vita del Santo sia stato in qualche modo soggetto alla revisione degli interessi politici del tempo, è difficile da sapere. Certo è che diverse fonti sono in contrasto tra loro, aprendo la porta a nuovi interessanti studi.
E' in questo contesto che si inserisce il quadro “San Francesco e Frate Elia”, raffigurante San Francesco, nell'atto di benedire frate Elia, benedizione testimoniata da Tommaso da Celano nella "Vita prima" di San Francesco, verso la quale si propende per il riconoscimento di una certa veridicità storica.
Secondo tale fonte, infatti, San Francesco prossimo alla morte, dopo aver ricevuto le stimmate e ormai cieco, avrebbe benedetto il frate, compagno di una vita. La situazione rappresentata è colma di sofferenza, ma il volto del Santo si erge al di sopra della condizione umana, ed è volto oltre il mondo materiale a incontrare la pace divina.
Al contrario, frate Elia è al culmine del dolore e della sofferenza per la perdita del suo compagno e Maestro, a rappresentare l'umanità tutta, che vive con il fardello di tutte le preoccupazioni terrene.
Il tema rappresentato dai volti del Santo e del Frate, indica come l'opera dell'uomo compiuta nella pace e nell'amore, elevi l'uomo al di sopra della sofferenza umana. Tema rappresentato dalla tortora, che dalle 12 piume della coda, illumina di pace il mondo, rappresentato dalla città di Assisi che si erge sopra la collina.
Assisi, simbolo dell'opera dell'uomo e simbolo di pace...