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Alvise Bon

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Biografia

Alvise Bon nasce a Udine. Vive e lavora a Campoformido.

In giovanissima età frequenta il Circolo culturale Nuovi Orizzonti, dove familiarizza con la pittura e incontra Renato Picilli, uno degli scultori udinesi più estrosi, cavaliere della Repubblica per meriti artistici. La sua influenza lo sprona a coltivare il suo amore per il disegno portandolo a creare bozzetti sulla grande guerra, che poi lo scultore tramutava in opere di ferro e acciaio.

Dopo un lungo periodo di dedizione agli impegni di studio e lavoro, nel 2013 si riappropria del sogno lasciato nel cassetto, riprendendo il suo percorso artistico e appassionandosi ad opere di artisti a lui cari: Guy Denning, Joshua Miels e Solly Smock.

La sua pittura pone il corpo umano al centro della sua ricerca, dalla quale emergono note di un un tormento nascosto che, partendo dalla materia si spinge verso lo spirito.

I suoi ritratti sono la ricerca spasmodica di afferrare ciò che è labile, sfuggente, attraverso grida soffocate, disperate, identità represse che non riescono a liberarsi.

Non utilizza tecniche di pittura tradizionali, ma usa il pennello come attrezzo della sua estrosità e il colore come frutto di alchimie e lacerazioni.

Raffigura sensazioni e stati d’animo con le macchie di colore riportate disordinatamente sui volti delle sue tele, disegnando un cammino saturo di ombre e presenze, antiche sofferenze, che molte generazioni di uomini e donne hanno vissuto, consegnando le loro esistenze alla polvere.

Nella frenesia del nostro tempo, consumista e frettoloso, ansioso di emozioni, i suoi volti restano anonimi, senza occhi, si frammentano e diventano automi in un viaggio disperato alla ricerca di una identità in cui fermarsi e riconoscersi.

 

Partecipa a mostre collettive ed espone in mostre personali a livello regionale.

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