top of page

Elisabetta Sello

Vito Sutto, Critico d'arte

Udine

Frugando nei recessi della memoria storico artistica, scrutando la pubblicistica di settore, sedimentando lo studio dei capolavori vissuti nella loro sequenza museale e stimolata dallo studio dal vero,senza mancare nella componente inventiva dell'immediatezza creativa, Elisabetta Sello costruisce se stessa donna e artista.

Frugando nei recessi della memoria perche' lo studio richiama antichi valori e cifre culturali già viste che le appartengono, magari come ricordo lontano che abbisogna della pubblicistica settoriale, che necessita di un continuo alimento con libri e cataloghi che raccontano la storia dell'arte e i suoi velati misteri ,ma anche cio' che è celeberrimo, che conoscono tutti e che abbisogna di ripassi post scolastici.

Guardano le mostre e osservando i musei poi l'autrice scopre il profondo dell'arte in presa diretta, non piu' cio' che è scritto ma cio' che è palpitante  e vivo, magari con il bisogno di tradurlo nell'opera personale.

Questo pensiero e' solo un tentativo di raccontare in sintesi la profondità della ricerca di Elisabetta Sello che ritrova se stessa in una scoperta continua , una fonte perenne, quella della storia artistica, la alimenta e la fa bere-mai due volte la stessa acqua-ma continuativamente il nutrimento esistenziale.

Penso, dopo aver piu' volte parlato con lei, che per Elisabetta la creatività sia una sostanza esistenziale, un motivo conduttore dell'esistere, del declinare la propria vita in un obiettivo ideale e reale.

Ideale perche' la creatività è sempre attesa, pausa, divenire,reale perche' la costruzione è comunque fatto vero e il quadro implode ed esplode,come la natura che scheggia luminosa nel suo essere laboratorio di idee.

La pittura di Elisabetta Sello puo' essere anche narrazione, perche' la natura racconta se stessa e la pittrice, pur nei richiami storici, impressionismo, espressionismo, astrattismo, vive un proprio momento intuitivo e produce quel quid di nuovo e irripetibile che la rende diversa da tutti e da tutto in ogni singolo momento della vita.

Anche quest'opera pittorica nella sua irripetibile bellezza è un suono unico e ineguagliabile.

La tela e la carta che vivono di accenni o di sintesi, soprattutto nell'astrazione,si nutrono di colore e di segno. Poi va detto che tutto per l'autrice è motivo di riflessione e di rimando al disegno: una nuvola o un fiore, la folgorazione di aver conosciuto la storia dell'arte o la sfida drammatica e difficile di riprodurre magari con il realismo piu' intenso e anatomicamente compiuto.

E poi la fantasia di voler e saper ascoltare la vita e cercare l'essenza in un'astrazione rabdomantica, con una proprietà di linguaggio personalissimo, privato di leggi grammaticali, ma volo pindarico nello spazio dell'inconoscibile e dell'improbabile perchè l'oggettivo sparisce e rimane solo il sogno, purificando il segno e svuotandone ogni essenza nel colore.

bottom of page